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“Palium Sancti Martini”

 Il  “Palium Sancti Martini” organizzato dall’Associazione Amici del Palio rappresenta per la comunità montefortese uno degli eventi culturali più importanti del Paese. L'intento fondamentale degli organizzatori è la riscoperta della figura del Santo Patrono, che risulta essere portatore di una testimonianza quanto mai attuale in un contesto sociale e laico: infatti, esemplare fu la vita di San Martino nel campo militare, civile e sociale oltre che religioso.

L'ambientazione storica del Palio è fornita da un episodio accaduto nell'anno 1109, allorquando Guglielmo di Monteforte, detto il Carbone, da poco entrato in possesso del castello, per ingraziarsi i suoi nuovi sudditi ed onorare la visita del feudatario Roberto di San Severino, decide di organizzare dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono, il cui culto era stato introdotto nella zona sin dal V sec., grazie alla predicazione di San Paolino da Nola.
Il coinvolgimento dell'intera comunità montefortese è garantito dalla partecipazione di 8 contrade storiche, che comprendono località ben definite; esse sono così menzionate: Gaudium, Borgo, Pronella, Molino, Loffredo, Bottai, Taberna, Piani. Ciascuna è caratterizzata da uno stemma e colori che si riscontrano nell'abbigliamento e nei loro vessilli. La gara conclusiva, e certamente la più impegnativa, è il "Cursus cercinae et copellae" (corsa r'o truocchio e r'a copella), competizione specificamente femminile che prevede la partecipazione di donne che dovranno percorrere un tragitto stabilito portando in testa un recipiente di legno (copella), pieno di acqua, senza l'aiuto delle mani, appoggiato sul caratteristico truocchio (panno avvolto a forma di tarallo per sostenere bene il peso). Detti giochi si svolgono nello spiazzo intorno al castello, del quale oggi rimangono soltanto dei ruderi delle mura perimetrali e due torri. La manifestazione si svolge nell'ultimo sabato di settembre ed offre al visitatore la possibilità di essere coinvolto, per una intera giornata, in una suggestiva atmosfera medievale creata dalle contrade lungo l'intero percorso. Oltre ad assistere all'evento, sarà possibile assaporare pietanze medievali e prodotti tipici locali, il tutto innaffiato dagli ottimi vini irpini.

La rievocazione storica, la celebrazione della festa del Santo Patrono, il coinvolgimento popolare, sono momenti significativi tutti convergenti in unico obiettivo: sentirsi più uniti nella nostra socialità, nell'aspetto religioso e nell'aspetto civile, attraverso un sano divertimento che ci porta a valorizzare il nostro passato e a rendere più forte e vivo il legame con il nostro paese. Non vogliamo trascurare anche la possibilità di farlo conoscere all'esterno, promuovendo un forte richiamo turistico che lo porta, al passo coi tempi, a concorrere con gli altri.

Descrizione

Tutto il Paese è  in festa: strade imbandierate, scorci suggestivamente addobbati in stile prettamente medievale, carri accompagnati da popolani con vessilli ed i colori delle contrade, cavalieri, soldati, madonna e messere, nobili, cortigiane, principi e signori, con la vivace coreografia di tamburini e sbandieratori; tutto fa rivivere un affresco di quella che doveva essere la società del tempo.

Ma rientriamo per un attimo nel momento storico per capire  gli avvenimenti che vivremo. L’Italia meridionale sta vivendo un ricco e prolifico periodo di pace, nel 1091 Ruggero I il normanno riesce a riunire sotto il suo dominio tutta l’Italia meridionale. Nel 1096 molti guerrieri e contadini partono per la I crociata; chi ritorno porta con se gloria, onori e agiatezza economica. Tra questi vi è anche Riccardo il normanno, che nell’anno 1100 è insignito del titolo di “dominus de castello qui dicitur Monteforte” dal duca di San Severino. Gli succede il figlio Guglielmo, detto il Carbone, che continua ad amministrare con giustizia e magnanimità, fino a quando nel 1109 riceve al visita di Roberto nuovo duca di San Severino. Nel suo giro di visita al feudo Roberto ha già revocato molti privilegi concessi dal padre: cosa sarà di Monteforte? Ecco spiegata la grande attesa dei nobili e del popolo riuniti sotto il palazzo dove i due signori sono arrivati. Ai balconi del Palazzo Loffredo garriscono gli stendardi di Guglielmo e di Roberto di San Severino. Finalmente al suono delle trombe e dei tamburi, Roberto di San Severino dà l’attesa notizia .

Dopo l’affidamento del feudo da parte di San Severino a Gugliemo il nuovo signore giura fedeltà al suo principe. Sfilata di omaggio delle contrade. I capo mastri giurano fedeltà al loro signore. I contradaioli tutti allegri e festosi, nel loro passaggio davanti alle nobiltà presenti si inchinano in un doveroso omaggio. Sfilano i tamburini, le cortigiane, il comandante delle guardie, i nobili, madonna Mabilia recante la chiave del Feudo e messere di contrada, i signori di Monteforte e i principi di San Severino, i gonfaloni, le guardie loro scorta e il palio di San Martino, vessillo raffigurante l’effige del Santo nell’atto di dividere il mantello con il poverello. Lo stendardo è il premio ambito dalle contrade storiche. Dopo la sfilata per le strade principali del paese, nella piazza principale del paese si terrà l’agonistica gara: ludi uvae, giochi dell’uva, e la corsa rò truocchio e rà coppella.

 

EDITTO

 

Noi Guglielmo, Signore di Monteforte,

 

Proclamiamo

 

Ai nobili, al popolo e alle genti tutte de lo Feudo di Monteforte che nell'ultimo sabato del mese di settembre è indetto il palio di San Martino.

Per tale festosa occasione e per la tradizionale visita del nostro Signore Roberto di Sanseverino,

 

Ordiniamo

 

A tutto lo popolo di presenziare con grande gioia e decoro allo corteo e di partecipare allo Palio ed omaggiare con grato spirito il nostro Signore Roberto.

 

Ingiungiamo

 

A lo popolo di portare in processione per le strade de lo Feudo il Palio e li loro gonfaloni, affinché si rinnovi la tensione tra tutte le contrade, che Noi, Signore e Principe di Monteforte stimiamo nel numero di sette e menzioniamo nell’ordine: Borgo, Bottai, Gaudium, Loffredo, Molino, Pronella, Taverna.

 

Ordiniamo

 

Che tutti i nobili, si preparino a lo corteo con la corte, cortigiane e guardie.

Che si preparino le muliere migliori per la corsa de la copella.

Che tutti li abitanti partecipino a lo corteo con stendardi, armi, carri e doni, per onorare il nostro Santo Patrono.

 

Imponiamo

 

A osti e mercanti tutti de lo Feudo di preparare ed offrire ospitalità e vivande prelibate a pellegrini e viandanti per ricordare la festa del Santo e la visita del Nostro Signore Roberto.

 

 

                                                                                                                                                                                    DEO ADIUVANTE, A.D. MMIX

  

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